Martedì, 05 Settembre 2023 07:45

Dottor Ripa: medicina dello sport e i “prodigi” dell’auricoloterapia.  In evidenza

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Carlo Ripa, medico dello sport e presidente A.I.N.A.: “La medicina non è solo sintomatica o sostitutiva, è uno stile di vita”

Di Giulia Bertotto Roma, 4 settembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Oggi Quotidianoweb ha intervistato il Dottor Carlo Ripa, medico dello sport, presidente A.I.N.A. ed esperto in auricoloterapia. Si tratta di una branca medica affascinante ma con fondamenti scientifici solidi convalidati da una vastissima letteratura.

Il sito AINA (Associazione Italiana Neuro Auricoloterapia) ci dà una definizione che terremo presente per comprendere i princìpi illustrati dal dottor Ripa: “l’Auricoloterapia è una metodica medica riflessa capace di indurre nell’ organismo delle modificazioni di senso contrario alla malattia e/o di attivare specifici filtri del dolore (sostanza reticolare, talamo, corteccia). Questa pratica ha acquisito il ruolo di medicina dell’evidenza, grazie soprattutto alle esperienze ed agli studi fatti dal Dott. D. Alimì e dai suoi collaboratori. L’auricoloterapia, mediante la stimolazione di specifici punti dell’orecchio, può influenzare precise zone del sistema nervoso centrale affinché recuperino la loro migliore configurazione omeostasica”.

Dottor Ripa, il Benessere viene definito da lei come una “situazione psicofisica e comportamentale che riconosce un suo primo input nel genoma ereditato ma che si conferma negli anni grazie a stili di vita, regole igieniche personali, comportamentali e sociali che ogni individuo pratica e segue”.  

Tale condizione, si regge -secondo lei- su tre colonne: approccio globale, auricoloterapia e sistema nervoso centrale, e attività fisica adeguata Per questa ragione ha scritto il suo libro dal titolo “Approccio globale al benessere, allo sport ed al sistema nervoso centrale”.

Sì. La nostra medicina allopatica è o prevalentemente sintomatica (somministrazione di antiinfiammatori, antibiotici, antivirali,…) o sostitutiva (supplementa le molecole deficitarie: ormoni, neurotrasmettitori, …) ed è fondamentale nella cura del malato. La medicina dello sport è la medicina dell’uomo sano che tale deve mantenersi in virtù di un approccio preventivo e riequilibrante grazie alla pratica di metodiche terapeutiche specifiche e differenti fra cui l’auricoloterapia. Il padiglione auricolare è una cartografia perfetta di tutti gli apparati ed organi dell’individuo, tutte le afferenze che arrivano dalla periferia danno un segnale all’orecchio, il quale è collegato in maniera bidirezionale con il cervello. E attraverso la stimolazione di questi punti dell’orecchio si possono sollecitare le potenzialità che abbiamo tutti di guarire. Dall’orecchio insomma possiamo trasmettere un’informazione che stimola le potenzialità di autoguarigione innate e presenti in ogni individuo.

E’ una metodica meravigliosa, potente e formativa dal punto di vista medico-scientifico poiché ti induce a rivedere quelle nozioni a volte dimenticate che ti spiegano come funzionalmente si sia espresso il sintomo e la malattia.

Lei ha scritto il suo libro “Approccio globale al benessere, allo sport ed al sistema nervoso centrale”, almeno in parte, più di 25 anni fa. Oggi, dopo quanto successo negli ultimi tre anni di quella che è stata chiamata emergenza sanitaria, è forse ancora più urgente recuperare questo saggio per valorizzare un concetto di salute onesto, ampio, preventivo e non solo riparativo, che non si rifaccia solo strettamente alla medicalizzazione.

Questo libro è stato da me voluto, pensato e scritto in parte più di 25 anni fa. Lo motivarono, allora, il rammarico per una cultura medico sportiva tanto povera e limitata e la consapevolezza di come lo stretto abbinamento della nostra medicina ufficiale, sintomatica e chimica, con lo sport potesse offuscare i valori ed il significato profondo dell'impresa sportiva.

Si parla molto di sport, di stili di vita ma raramente li si coltiva ed abbina veramente. Il benessere e la performance devono crescere insieme per formare l’atleta, creare l’uomo in salute, fisicamente e nei suoi valori più grandi: la conoscenza, la cura e il rispetto del proprio corpo e di conseguenza il rispetto del prossimo.

Questa logica preventiva e lungimirante vale per tutto. Prendiamo il tema così complesso e dibattuto della violenza sulle donne. Pretendiamo che i nostri giovani siano rispettosi verso il genere femminile quando fin da piccoli assistono a violenza domestica, pornografia, misoginia, assenza di regole, relativismo morale e individualismo. Ben lungi da giustificare certi comportamenti ovviamente negativi, voglio sottolineare che l’educazione, sia sportiva che morale, deve rispettare le tappe evolutive di crescita. Il corpo va allenato e la mente educata e questo processo deve avvenire simultaneamente se vogliamo far crescere individui responsabili in una società collaborativa e matura. E’ per questo che ho ideato la figura della “Clessidra della vita”, uno schema grafico che ci spiega le esigenze e le opportunità psico-fisiche della persona umana durante la sua crescita: tra i sei e gli otto anni abbiamo il gioco e lo sport, all’interno della fase di appartenenza al nucleo familiare, è questo il momento in cui vanno insegnate le regole di igiene di vita e comportamentali; poi vediamo tra gli otto e i quattordici anni rinforzare l’autodisciplina, il rispetto delle regole e del prossimo; in seguito arriva la collaborazione e la condivisione delle regole sociali, fino alla costanza e alla perseveranza nel raggiungere gli obiettivi prefissati attraverso quello che ho chiamato Training Athletic Growth, al quale si abbina nello sviluppo delle doti fisiche, l’allenamento della forza, della velocità e della resistenza alla fatica.

Lei ha scritto: “Ho amato lo sport e l’ho praticato in modo profondo e totale, l’ho vissuto come una componente importante del mio equilibrio psicofisico. Oggi credo in un modo di concepire lo sport che porti l’atleta a prendere coscienza di sé stesso, che lo spinga ad avere più cura della salute del proprio corpo e della propria mente”. Cosa consiglierebbe ad una persona che non ami lo sport, che abbia uno stile di vita sedentario, per rompere il ghiaccio e trarre i benefici dallo sport?

Ripetiamo innanzitutto che la medicina dello sport è quella branca indicata per i soggetti sani, una medicina che non vuole curare ma prevenire, un po’ come nella filosofia orientale. Dipende da quanti anni ha questa persona, qual è il suo stile di vita attuale, quale il suo peso, quali i suoi tempi e preferenze.

Se il soggetto è sovrappeso dovrà optare per sport aerobici, camminata e corsa alternati, se invece il soggetto in questione ha problemi posturali lo indirizzerei al nuoto. L’acqua è uno stato della materia che dovremmo considerare maggiormente, perché ci dà la possibilità di muoverci in assenza di peso e forza di gravità terrestre.

Spesso ci lamentiamo del dimagrimento a yo-yo e diciamo che le diete non funzionano, ma esse non sortiscono gli effetti desiderati perché non diventano stili di vita (vedi la legge di Kahler che ci testimonia come il cervello, l’ipotalamo per la precisione, invalidi gli sforzi compiuti da diete temporanee riportandoci alla conformazione corporea registrata nell’ultimo anno). La dieta non deve essere una costrizione momentanea, bensì un modo di vivere: non bere troppi alcolici, tenere un’alimentazione a base vegetale e varia. Stare con gli altri è poi un fattore indispensabile. Anche saper stare da soli è un valore della salute, ma soprattutto lo è saper stare con gli altri.

Nel suo libro viene data anche molta importanza alla dimensione interiore di ciascuno di noi. Non c’è salute senza spiritualità, potremmo dire.

Alcuni pensano che ci sia un destino che governa le cose del mondo, io preferisco credere che dentro di noi ci sia un’entità spirituale che deve evolvere, crescere, e che indirizza le nostre esperienze per farci maturare. Dobbiamo restare in ascolto del nostro corpo e assumere stili di vita che ci tengono in contatto con esso.

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